Castello di Piazza Armerina

Castelli di Sicilia

Castello Aragonese Piazza Armerina

Se vi trovate nei pressi di Enna non potete sicuramente non fare un salto a Piazza Armerina. Comune di circa 20.000 abitanti e che dista circa 32 km dal capoluogo di provincia, il suo nome deriva dal latino medioevale Plàtea o Platia, che significa “piazza del mercato”. L’appellativo “Armerina” arrivò solo nel 1862, quando il Consiglio di Piazza, con una delibera, ne cambiò la denominazione.

Diverse testimonianze ci hanno permesso di capire che in realtà il borgo fu abitato fin dalla preistoria: un territorio già splendido in epoca romana, come dimostra la Villa romana del Casale (IV secolo d.C.), con i suoi pavimenti in mosaico, famosi in tutto il mondo.

Sulla storia di Piazza si hanno notizie certe solo dalla dominazione normanna in poi, in riferimento alla ricostruzione della città nel 1163 ad opera di Guglielmo II. Prima di allora, le notizie disponibili sono poche e piuttosto incerte. Alcune fonti musulmane, riferirebbero di un’antica città islamica sorta a sua volta su un villaggio preesistente. La città islamica, conquistata e ribattezzata Placia o Platsa dai Normanni, venne affidata a una popolazione aleramica.

La fondazione di Piazza si deve a una casata nobile savonese, di discendenza aleramica. Non si tratta di una città normanna ma lombarda. Viene fondata nel XII secolo da coloni provenienti, non esattamente dall’attuale Lombardia ma, dall’area liguro-piemontese. Non è un caso, infatti, che lo stemma della città sia molto simile a quello della città di Savona. I lombardi che colonizzano la Sicilia in quel periodo, provengono dalle “terre guaste” del savonese. Da qui, il nome della nobile casata attorno alla quale si raccolsero queste genti, i del Vasto.

Si decise di costruire la città a metà strada tra le due contee di Paternò e Butera. I “nuovi arrivati” portano artigiani, costumi, cultura, modi di produrre (in gran parte contadini) ma soprattutto tramandarono la loro lingua. Ancora oggi, infatti, il dialetto, il vernacolo piazzese, non è il siciliano ma il gallo italico.

Gli aleramici sono protagonisti di un episodio ricordato come uno tra i momenti più traumatici della storia di Piazza. Re Guglielmo I il Malo, per punire la ribellione baronale e la politica anti saracena di Ruggero Sclavo e Tancredi d’Altavilla, diventati capipopolo dei feudatari lombardi contro la Corona decide, nel 1161, di radere al suolo la città di Piazza. Dopo la distruzione della “prima Piazza”, Guglielmo il Buono, nel 1163, concedette la ricostruzione della città in un altro luogo che è quello attuale. Da quel momento, il territorio di questa contea passò al regio demanio. Sotto gli Svevi la città vide accrescere la sua importanza. Federico II la confermò “città demaniale” e, nel 1234, divenne sede della “Curia Generale di Sicilia”. Piazza non fu più città feudale, sottoposta all’autorità di conti o baroni locali, ma una città libera e, come tale la troviamo, tra le 11 città demaniali della Sicilia, invitate da Federico II al Parlamento di Foggia.

Dopo la fine del lungo conflitto tra angioini e aragonesi, durato quasi 100 anni, nel 1392 si insediò una nuova dinastia spagnola. Martino il Giovane, il nuovo sovrano, decise di costruire un castello nella città di Piazza. Un luogo strategico, perfetto per il controllo della Sicilia centrale e di gran parte delle arterie di comunicazione stradale e fluviale dell’Isola. Nacque così il Castello Aragonese. Un dettaglio architettonico, presente nell’odierno castello, rivela però che non è il castello più antico di Piazza: un arco acuto trecentesco, appartenente a una chiesa francescana che qui sorgeva. Accadde che re Martino decise di far trasferire i francescani che si trovano in questa zona chiamata “il Colle degli Aranci” nel vecchio castello. Quest’ultimo, venne dismesso e diventò una chiesa mentre, la vecchia chiesa francescana diventò il nuovo castello.

Del Castello Aragonese, oltre la data di nascita, 1392, e i nomi dei primi castellani, si sa ben poco. In assenza di un archivio non abbiamo grandi informazioni. Tante sono le domande irrisolte. Ad esempio, perché fondare ex novo un castello con funzione militare e difensiva se ne esisteva già uno? Un’ipotesi è quella che al tempo il vecchio castello fosse ormai circondato dalle mura cittadine e che quindi avesse perso parte della sua funzione di difesa, sia verso un nemico esterno, sia verso un nemico interno. Le ribellioni interne, infatti, hanno sempre contraddistinto la popolazione: Piazza è una città con spirito ribelle, ha una forte componente identitaria che si è manifestata e rafforzata nel corso delle denominazioni . La struttura cambiò nel corso del ‘500. Le 4 torri, un tempo più alte per lanciare olio e sassi al nemico, vennero mozzate ed eretti possenti bastioni, per fronteggiare l’attacco dei cannoni. Con l’Unità d’Italia, il castello diventa carcere fino a metà del secolo scorso quando, venne dismesso e venduto a privati. Nel tempo è stato tante cose: monastero, fortezza, argine per i disordini e le ribellioni dei cittadini, difesa contro i nemici e le nuove armi da fuoco, carcere.

Piazza Armerina

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Indirizzo: 94015, Piazza Armerina EN

Provincia: Libero consorzio comunale di Enna

Territorio: Comune di Piazza Armerina

Orari: Visite per gruppi previa prenotazione

Disponibilità come location per eventi privati