Castello di Salemi

Castelli di Sicilia

Castello Normanno Svevo


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La nostra passeggiata ci conduce a Salemi che, fondata molto probabilmente sul sito dell’antica cittadella elima di Halicyae, nel cuore della Valle del Belìce, alle pendici del Monte delle Rose, tra i fiumi Mazzaro e Grande, si sviluppa attorno al Castello fatto erigere da Federico II di Svevia nel XIII secolo, dal cui terrazzo merlato è possibile ammirare un panorama mozzafiato che abbraccia la Sicilia occidentale fino al mare. Prima capitale d’Italia, splendida città medievale, seconda solo a Erice per importanza storica in Sicilia, la bellissima “città di pietra”  ha nel Maniero il cantore della sua storia e, anche, di racconti tramandati che le danno un fascino irresistibile.

All’origine del castello di Salemi è legata una leggenda locale. Due fratelli e una sorella (quest’ultima dal nome Halyciae) che si contendevano il predominio sul territorio di Salemi avrebbero stabilito di dirimere controversia costruendo, ognuno per proprio conto, un castello in tre siti diversi. Chi fra tutti avesse ultimato per primo la costruzione ne avrebbe avvertito con falò e gli altri due lo avrebbero riconosciuto come unico vincitore. Così uno dei fratelli scelse la collina di Mokarta, l’altro quella di Settesoldi mentre la sorella preferì l’altura sulla quale è ubicato ancora oggi il nostro.

La donna avrebbe però acceso il fuoco molto prima che la sua costruzione fosse effettivamente portata a compimento; ma i troppo fiduciosi fratelli, credendo di essere stati ormai irrimediabilmente battuti, rinunziarono all’impresa lasciando incompiuti i loro castelli e campo libero alla furba sorella.

Escludendo una citazione di Diodoro Siculo che, nel XXVI Libro della sua “Biblioteca Historica”, accenna a un luogo fortificato che potrebbe coincidere con il nostro, la prima vera e certa testimonianza del Castello di Salemi la dobbiamo ad Abu Abdallah Muhammad ibn Muhammad ibn Idris, il geografo arabo-siciliano che, nel 1154, compilò il “Libro di Ruggero”, una sorta di guida turistica ante litteram della Sicilia, in cui, nel descrivere Salemi, cita  tra l’altro “un castello situato in eccelsa posizione”. Ad avvalorare questa tesi, un’iscrizione epigrafica incisa sull’architrave di una delle finestre del mastio in cui si legge l’acronimo: ”I.C.N.C.R.I.”, decriptato in due modi. Il primo: ”I(esus) C(hristus) N(azarenus) C(rucifixus) R(ex) I(udeorum) e il secondo: “I(n) C(tristi) N(omine) C(omes) R(ogerius) I(nstruxit)”.

Le due letture, nonostante le differenze, sono concordi nel datare la costruzione in epoca cristiana e, precisamente, dopo la conquista normanna della Sicilia. La seconda, addirittura, ci presenta una costruzione fatta nel nome di Gesù Cristo dal “Comes” Ruggero il Normanno e, quindi, prima del 1130, anno in cui il Gran Conte fu incoronato Rex Siciliae.

È plausibile, pertanto, datare la costruzione del Castello di Salemi, o almeno una sua profonda ristrutturazione legata alle mutate esigenze politiche e militari, nel periodo che intercorre tra gli ultimi decenni dell’XI secolo (ritorno della Sicilia al cattolicesimo) ed il 1130 (incoronazione di Ruggero).

Data la sua ubicazione posta sulla sommità di un cucuzzolo e la conseguente impossibilità di isolarla con un fossato, alla fortezza, anziché da un ponte levatoio, si accedeva tramite una grande porta sormontata da due archi a sesto acuto serrata, in caso di pericolo, da una possente saracinesca azionata da un sistema di carrucole che scorreva in verticale all’interno di una intercapedine ricavata tra il portale interno e quello esterno.

Circondato da una doppia cinta muraria di cui rimane solo qualche traccia, aveva cinque porte d’ingresso: Porta Gibli, Porta Santa Maria e Porta Aquila più vicine al centro storico e Porta Quercia e Porta Corleone, invece, nella zona più esterna. Nel Medio Evo era sede del “Castellano” che, governatore militare ed amministrativo di nomina regia, scelto tra la nobiltà o la borghesia locale, tra i suoi tanti compiti aveva la custodia dei prigionieri dai quali introitava lo “Jus carceratorum” e la giurisdizione in materia di reati minori. Gli accusati di reati più gravi erano giudicati dal Capitano di Giustizi. Chi si macchiava di colpe per le quali erano previste gravi menomazioni fisiche e la stessa pena capitale, invece, veniva affidato ad un Giudice togato itinerante inviato dal Re nelle città in cui, di volta in volta, era richiesta la sua presenza. Nel 1629,  dopo avere ottenuto da Carlo V il titolo di “Urbs Fidelis”, i Giurati della Città presieduti da Francesco Cutrona, dietro il rituale pagamento di ingenti somme, ottennero da Filippo IV il “Mero e Misto Imperio” che equivaleva in pratica alla più completa autonomia sia nel campo della giurisdizione civile che in quella penale.

Nel 1789, come risulta da un atto autentico registrato a Trapani 1836, al n° 4750, il Comune di Salemi, dietro pagamento di L. 55,97, otteneva dal Barone Ripa, che ne era a quel tempo il titolare, la porzione di suolo compresa tra le due torri quadrate ed il grande muro prospiciente l’attuale Piazza Alicia per la costruzione del carcere mandamentale fortunatamente poi demolito nel 1959.

Il centro storico della città, su cui si aprono le tre porte che abbiamo citato, è un susseguirsi di antichi palazzi, realizzati con la pietra locale, chiamata “campanedda”, unica al mondo e iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali dell’UNESCO il 24 Maggio del 2012, estratta fin dagli anni ’50 dalle cave e dalle grotte situate nella contrada Pizzolungo, poco distante dal paese e a ridosso della montagna. Trattasi di un bene culturale che costituisce una testimonianza materiale avente valore di civiltà: viene così chiamata perché, quando lo scalpellino la batte, suona come una campanella.

Salemi , definita la “Città dei Pani, di cui ospita il Museo dedicato proprio a questo alimento quotidiano, vi accoglierà con questa irresistibile fragranza che, come una scia, vi farà perdere tra le sue vie, raccontando, oltre alla sua storia e alle leggende che aleggiano attorno al castello, le sue belle tradizioni culinarie.

Le città e i suoi Castelli si mostrano in modo differente a ciascun visitatore: e, infatti, come afferma Roman Payne, romanziere americano: “Le città sono sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore. A seconda della città e del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati”.

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Indirizzo: Piazza Alicia, 13, 91018 Salemi TP

Provincia:  Provincia di Trapani

TerritorioComune di Salemi

Orari

venerdì09–13:15, 15–19
sabato09–12:15, 15–18:15
domenica09–12:15, 15–18:15
lunedì09–13:15, 15–19
martedì09–13:15, 15–19
mercoledì09–13:15, 15–19
giovedì09–13:15, 15–19

Stile architettonico:

Inizio costruzione: